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Quando il dolore nasce dall'invasione: il peso delle relazioni imposte

2025-04-07 19:46

Simona Gibroni

Crescita personale, dolore, emozioni, rispetto, invadenza, mancanza,

Quando il dolore nasce dall'invasione: il peso delle relazioni imposte

Imparare a rispettare e a far rispettare i confini è uno dei più grandi atti d’amore, verso gli altri, ma soprattutto verso sé stessi.

Nelle relazioni, siamo spesso abituati a considerare il rifiuto come una ferita. 

 

E lo è. Fa male desiderare qualcuno che non ci ricambia, fa male sentirsi esclusi da scelte che avremmo voluto condividere.

 

Ma c’è un altro tipo di sofferenza, meno evidente, meno nominata, ma forse ancor più profonda: quella che nasce dall’essere coinvolti in relazioni che non abbiamo scelto, o che si sono imposte senza il nostro reale consenso.

 

Succede più spesso di quanto si creda: rapporti che si instaurano perché “non si può dire di no”, perché ci si sente in colpa, o perché la persona insiste, si insinua, si rende necessaria. 

 

A volte ci si ritrova in legami costruiti su un’invasione silenziosa, dove il nostro “non voler esserci” non è stato ascoltato o addirittura ignorato.

 

Questa è una delle esperienze più faticose da elaborare: non sentirsi parte della propria stessa vita relazionale, come se qualcun altro avesse deciso per noi. 

 

E lascia segni. Si fa fatica a fidarsi, a mettere confini, a dire no. E si finisce per pensare che sia colpa nostra.

 

Ma non è sbagliato non voler essere scelti, così come non è colpa di nessuno se non prova amore o interesse. 

 

È invece una forzatura, a volte sottile, a volte brutale, imporre la propria presenza a qualcuno che non ci desidera nella propria vita. 

 

E questo vale in ogni relazione: sentimentale, familiare, amicale, lavorativa.

 

La libertà non è solo scegliere chi amare o chi frequentare. 

 

È anche poter dire: “Non ti voglio nella mia vita, e non per questo sei una cattiva persona. Ma è il mio diritto.”

 

Riconoscere tutto questo significa liberarsi da una parte della sofferenza: quella colpevolizzazione che troppo spesso si rovescia sulle vittime delle relazioni imposte. E significa anche restituire dignità ai no, propri e altrui, come espressioni sane di libertà e di rispetto.


Alla fine, non si può colpevolizzare chi non ci sceglie, ma è giusto riconoscere il peso di chi si impone. 
L’amore, l’amicizia, la vicinanza autentica nascono dalla libertà reciproca, non dalla pressione o dalla presenza forzata. 
Imparare a rispettare e a far rispettare i confini è uno dei più grandi atti d’amore, verso gli altri, ma soprattutto verso sé stessi.
 

 

 


 

 

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