Donna e mimosa nel mese di marzo
Donna nel mese di marzo
Donna e mimosa, ieri e oggi
Conosciuta come la “Festa della donna” ha visto la luce per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909. Dopo due anni, ha esteso la sua gloria in alcuni paesi europei e in Italia nel 1922.
Il nome corretto è: Giornata Internazionale della donna. Ricorre l’8 di marzo in memoria di tutte le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, per ricordare che in tutte le parti del mondo sono state e lo sono ancora, oggetto di discriminazioni e violenze.
Perché l’8 marzo
L’8 marzo 1917 le donne della capitale russa guidarono una grande manifestazione che rivendicava la fine della guerra. La riuscita della stessa incoraggiò successive manifestazioni che portarono al crollo dello zarismo screditato e privo anche dell’appoggio delle forze armate. La data, quindi, indica l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio.
Per questo motivo, e in modo di ottenere un giorno comune a tutti i Paesi, venne fissato l’8 marzo. Era il 14 giugno 1921 e si chiamava «Giornata internazionale dell’operaia». La Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, tenuta a Mosca una settimana prima dell’apertura del III congresso dell’Internazionale comunista, ufficializzò la data.
Negli anni però, una confusa informazione, riporta come memoria l’incendio
della fabbrica Triangle. Tragedia dove morirono 146 lavoratori delle quali 123
donne, giovani immigrate italiane ed ebraiche. La donna lavoratrice viene
colpita si tratta, in ogni caso, di un evento che, merita attenzione e
rispetto.
Altre credenze riportano l’attenzione sulla violenta repressione poliziesca di
manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857.
Altre, ricordano scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New
York. Eventi che basati su abusi delle autorità non sono chiari nella storia e
vengono considerati presunti. Come sappiamo, quando le verità sono scomode non
affiorano come dovrebbero.
https://it.wikipedia.org/wiki/Incendio_della_fabbrica_Triangle
Donna oggi
Purtroppo, la connotazione goliardica della commemorazione produce un effetto boomerang. Quel giorno, prese da giochi commerciali e libertà che dovremmo avere quotidianamente senza sorprenderci, non riflettiamo che a tutt’oggi le donne sul lavoro non hanno ancora raggiunto la parità di trattamento economico e considerazione per le alte responsabilità. Non notiamo neanche le imposizioni dei ruoli e delle manipolazioni costanti a cui siamo sottoposte.
Inoltre, nonostante la nascita di programmi e istituzioni contro la violenza femminile, il disagio non è ancora risolto. Resta ancora diffuso il pensiero di “subordinazione maschile” e non di “complementarità a pari condizioni”, pensiero che matura anche con il “permesso” di festeggiare con le amiche un solo giorno all’anno, come “concessione” straordinaria.
Il dono della libertà e della possibilità di esprimere la propria essenza non è ancora estesa a tutte le creature dell’universo, e la donna ne è ancora vittima.
Sono veri e propri abusi, così intrecciati nella quotidianità nella storia antica e recente che si celano nella normalità. Infatti, non ci sorprendiamo se giudizi e ingiurie spesso vengono espressi dalla voce delle donne stesse!
La donna non ha bisogno di imitare l’istinto maschile per esprimere se stessa ed ogni ruolo che voglia perseguire, questo comportamento nasce per effetto del pensiero di “essere subordinato”, la donna è forte in quanto tale.
Le sue virtù di sensibilità, empatia, intelligenza intuitiva, visione completa degli eventi e delle problematiche, flessibilità nelle azioni, resistente e ottima comunicatrice, la rendono parte integrante e determinante del sistema. Una donna ha tutte le capacità di stare al centro del sistema, non di lato dove, troppo spesso (forse sempre) e in ogni contesto, viene posta.
Donna e Mimosa
La mimosa deve il suo successo come simbolo in quanto fiorisce nei primi giorni di marzo. Personalmente preferisco pensare che quel fiore luminoso, unito a grappolo mantenendo la propria individualità, che esplode da una pianta imponente dalle fronde protettive, rappresenta parte della complessa e straordinaria essenza femminile, e vorrei che di nuovo unite, come in quel grappolo, ricominciassimo a combattere senza armi e senza abusi, ma con l’energia delle emozioni, come solo noi siamo capaci.