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Immagine e riflesso di noi stessi.

2024-02-29 19:30

Simona Gibroni

Riflessioni, creatività, divertimento, esibizione, immagine, privacy, riflessione,

Immagine e riflesso di noi stessi.

Una riflessione riguardo l'immagine e al giudizio versoe noi stessi, mediante il riflesso dei condizionamenti e l'esibizione dei nostri talenti.

Nelle realtà sociali di vita vera o attraverso i network, si distinguono comportamenti e azioni ampliamente differenti che in modo più o meno consapevole raccontano noi stessi, l’immagine é padrona.


Fondamentalmente si distinguono i difensori esasperati della privacy dai veri e propri protagonisti di un film che si racconta principalmente, con insistenza tutt’altro che velata, attraverso parole o pagine digitali, usate come palcoscenico


Probabilmente il giusto sta nel mezzo, come sempre, come ci si tramanda dalle generazioni, con frasi fatte e “saggezza spiccia e popolare”.


La tendenza generale è quella di “giudicare” poco corretto il continuo esibire le proprie beltà, i propri divertimenti, le proprie creazioni casalinghe, e ogni azione quotidiana più o meno utile o degna di attenzione.


Infatti, si pensa a presunzione, vanità o ricerca di attenzione.


Mi piace riflettere sui comportamenti e l’esibizione del proprio essere non mi ha mai infastidito, ho ignorato a volte, ma spesso ho ammirato, condiviso e commentato.


In modo consapevole, invece, mi sono soffermata a riflettere sul comportamento opposto, a quello che spinge le persone non solo a nascondersi e a difendere a oltranza la propria privacy, ma soprattutto alle persone che esibiscono se stesse e le proprie creazioni nascondendosi dietro ad uno pseudonimo su network “lontani” da amici e parenti, e in una lingua diversa dalla propria, negando prontamente ogni presenza in rete e soprattutto non condividendo uno specifico interesse con le persone più vicine, anche sapendo che lo stesso è reciproco.


Esistono? Io penso di sì, senza certezze credo di poter affermare che la rete non nasconde proprio tutto.


Premetto che io ritengo giusto esporre le proprie qualità, soprattutto artistiche, creazioni perfette o pasticci io voto a favore, fanno parte di noi, e i talenti vanno sfruttati e condivisi.


Ma nascondersi da chi ci conosce, rispettando in ogni caso le volontà altrui mi ha portato a riflettere, e in qualche modo mi ha toccato. Consapevole che definire un comportamento irritante riguarda un disagio verso noi stessi, ho sapientemente lavorato sul mio “giudizio” giustificando una mia ammirazione a tale azione, considerando quell’atteggiamento discreto ma non lesivo delle proprie capacità, e pensando, in tutta sincerità: e se anche io facessi così?


Bene, dopo questo vortice di pensieri, apparenti ammirazioni o nascoste gelosie, ho trovato tempestivamente sul libro che sto leggendo queste parole:


“Noi sappiamo chi siamo e perché ci distinguiamo dagli altri. Dei nostri talenti, delle nostre capacità e caratteristiche positive ci rendiamo conto perché gli altri non le hanno, o solo in minima parte. Lo stesso vale per le nostre stranezze e debolezze. Nei nostri confronti gli altri reagiscono in modo diverso che nei confronti di altri.
Da tutto questo nasce il nostro sapere di noi stessi, l’immagine che abbiamo di noi. Non è nient’altro che il riflesso, filtrato più volte, dell’immagine che gli altri hanno di noi. Quello che pensano di noi le persone che ci stanno più vicine di solito per noi è più importante di quello che pensano degli estranei. Ma non sempre è così. In generale, chi è più interessato a impressionare le persone lontane che amici o parenti ha senza dubbio un problema serio con la sua immagine di sé stesso: l’apparire sostituisce l’essere.”


E ora è tutto chiaro, la mia irritazione nasce proprio dall’ammirazione di un comportamento che in realtà è scorretto verso me stessa, perché dimostra insicurezza, e ritorno sui miei passi, sfidando giudizi di amici e parenti, esibendo quel poco che so fare, in modo infantile, giocoso e casareccio, sicura del mio unico e indiscutibile giudizio verso il mio essere, e con questo unico presupposto: divertirmi ed essere felice.


Il libro dal quale è stato effettuato il ritaglio è:


“Amore. Un sentimento disordinato” di Richard David Precht.


Parla dell’amore di coppia e dell’amore universale, verso noi stessi e la nostra vita, un libro per crescere e trovare la serenità, e come nel mio caso qualche risposta.


©


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