Riflessioni sul gioco degli specchi emotivi
Ci sono relazioni che sembrano corridoi di specchi: cammini convinta di vedere te stessa, e invece ti accorgi che l’immagine riflessa è costruita da qualcun altro. Succede quando una persona con tratti narcisistici ti restituisce un ritratto che non ti appartiene, e improvvisamente scopri di essere definita con parole che non riconosci.
Una delle più frequenti, quasi paradossale, è: “Sei tu quella narcisista.”
Ma perché accade?
Il meccanismo della proiezione
Nelle personalità narcisistiche, la proiezione è una strategia antica quanto fragile: ciò che non possono accettare in sé, lo collocano nell’altro. È un modo per proteggere l’immagine ideale che hanno costruito, una corazza che non può permettersi crepe.
Così, se tu mostri autonomia, viene letta come superbia.
Se stabilisci confini, diventi fredda.
Se non sei manipolabile, allora devi essere “egoista”.
La verità è che non stai facendo nulla di tutto questo: stai semplicemente esprimendo la tua dignità, e loro non sanno dove collocarla nella loro mappa interiore.
La distorsione dello specchio
Il narcisista non vede te, vede ciò che la sua ferita gli permette di vedere.
La sua percezione è come un vetro incrinato: riflette, ma deforma. Tu puoi essere calma, solida, gentile e comunque venire accusata di cose che non ti appartengono.
È un modo per mantenere il controllo sul racconto, per evitare di contattare parti di sé che fanno paura. Dare a te l’etichetta significa evitare il silenzio scomodo del proprio vuoto.
Il valore dei tuoi confini
Contrariamente a ciò che ti viene detto, stabilire limiti non è narcisismo. È maturità.
Prendersi cura del proprio tempo, dei propri spazi, dei propri sentimenti, non è chiusura, è responsabilità affettiva.
Il narcisista, però, interpreta ogni confine come un rifiuto.
Ogni tuo “no” interrompe il flusso del suo potere.
Ed ecco che ti restituisce un’accusa che non parla di te ma della sua fragilità.
Riconoscere il proprio centro
Chi ti chiama “narcisista” mentre tu stai solo proteggendo te stessa, spesso rivela più di quanto pensi.
Ti mostra che quei confini erano necessari.
Ti conferma che la tua calma disturba chi ha bisogno di dominare per sentirsi vivo.
Ti ricorda che un cuore equilibrato può essere scambiato per gelo da chi non ha mai conosciuto una sana stabilità.
Tornare a specchiarsi nella luce giusta
In ogni relazione complessa c’è un momento in cui bisogna decidere quale specchio ascoltare.
Non quello incrinato dall’altrui ego fragile, ma quello interiore, limpido, silenzioso, fedele.
Lì scopri la verità:
non sei narcisista,
non sei chiusa,
non sei arrogante.
Sei soltanto una persona che ha imparato a riconoscere il proprio valore, e che non intende più sacrificarlo per rassicurare chi vive nel disordine delle proprie ferite.
E quando esci dal gioco degli specchi, tutto diventa più chiaro:
il riflesso che non coincideva con te apparteneva semplicemente a qualcun altro.

