Scrivere, conversare, leggere e condividere.
Scrivere, conversare, leggere e condividere.
Amo scrivere, tanto quanto evito la discussione con persone che “non ho scelto”, non stimo o non amo.
Apprezzo molto chi comunica scrivendo, troppo spesso ho sentito persone negare spudoratamente le dichiarazioni espresse qualche attimo prima, quindi, per me, esprimersi scrivendo, significa avere il coraggio delle proprie azioni, e di essere in grado di sostenere il proprio pensiero nel bene e nel male senza doverlo nascondere, e nel caso, saper affrontare anche il modo di chiedere scusa, che ritengo sia un segno di grande maturità.
Percepisco sicurezza nelle persone che amano scrivere o scriversi, perchè non hanno paura di confrontarsi con gli altri e soprattutto con se stessi. Rileggersi è un modo per conoscersi a fondo ed è l’unico modo per correggersi.
Chi pensa di non aver bisogno di correggere se stesso ne ha più bisogno degli altri.
Inoltre, credo che il web non sia così falso come si possa pensare, del resto già una foto dice tanto, soprattutto una foto che manca. O anche il modo di scrivere, creare mistero, senza punteggiatura o con tanti punti esclamativi, per me sono segni chiari di un certo tipo di personalità. E poi, esprimere qualcosa pubblicamente è sincerità, è mettersi in gioco e in discussione, una umile lealtà.
Quello che posso confermare, sicuramente, è la diversità che una stessa persona ha tra la comunicazione verbale e quella scritta. In quella scritta, è più facile essere se stessi, non è necessario prestare attenzione a chi ascolta e il silenzio meditativo tra mente e penna (tastiera) ci porta ad una lucidità serena.
Ad esempio, quando devo parlare ad una persona che guarda dall’alto in basso, con il mento alzato e le braccia conserte, distratta dal telefono o altro, mi arrendo subito, sto in silenzio non spreco parole, la mia energia vale molto di più di un ipotetico e smisurato senso di superiorità, espresso con un muro difensivo, che agli occhi miei mostra una grande paura o un disequilibrio psicologico.
Tramite la comunicazione scritta, forse nessuno legge, ma ho avuto il piacere di esprimermi e di concludere il mio pensiero senza interruzioni. E, se esprimo un disagio scrivendo, riesco a dimenticarlo e analizzarlo nella sua giusta dimensione, a volte è utile per liberarsi di un ossessione. (l’ho scritto e non ho più bisogno di pensarci).
E aggiungo anche che in una conversazione verbale spesso il contesto fa da padrone.
Capita spesso di dover dividere parte del proprio tempo con persone che parlano tanto di se stessi in modo borioso e umiliando il presente che non ha le stesse caratteristiche, sparlano dell’assente, o nel migliore dei casi di sport o gossip.
In quel contesto non è possibile intraprendere un discorso di sociologia, storia o politica o altro argomento meno superficiale, senza venire derisi e soprattutto è difficile ottenere una crescita culturale reciproca.
Ci sono altri metodi più costruttivi di vincere la noia, svolgere un cruciverba o colorare un mandala da soli è un sistema per ottenere “frutti più gustosi”.
Le persone che conversano, quindi, tendono a seguire e tenere il livello di un leader che magari ha una buona comunicazione verbale ma manca di sostanza, e spesso è condizionato dal fatto che conviene non esprimere opinioni scomode e accomodare il “potere decisionale” che ascolta. Eventi, frequenti nel mondo del lavoro.
E si resta zitti, accondiscendendo falsamente o distraendosi. E poi si scopre, che tante persone silenziose di argomenti ne hanno, ma non sono nel contesto per esprimerli o non sono allo stesso livello culturale, che può essere più basso o più alto secondo i parametri culturali, professionali, valori etici, educazione, apertura o chiusura mentale.
In un blog si esprimono argomenti di proprio interesse e si spera di trovare persone che condividano, nella vita discuti con le persone che ami o stimi, nel diario segreto dialoghi con te stesso. Nel reale e quotidiano vivere, ignori o ti difendi, a volte con un eloquente silenzio verso chi, anche “solo” verbalmente, sa solo aggredire.