Sistema, una gabbia per uomini liberi

Il rumore della strada e delle sue opere,
del giardino e dei suoi padroni,
di tante parole nuove per la giovane anima che si forma tra le altre.

Sono qui, e non altrove,
dove la mente vola e vuole riposare,
ambire altre vie,
restare e gioire giorno dopo giorno.

Ma devo stare qui,
per il gioco quotidiano dell'avere e dell'esistere,
con gli occhi che chiedono di chiudersi,
per sognare un posto a caso,
sereno e limpido come in una cartolina.

Sono giorni inutili,
regalati a chi vede solo
il gioco sociale di stare in alto senza saper volare.

Il tempo non torna,
e io non posso vivere,
ma devo esistere,
come pedina,
per questo gioco che non mi diverte affatto.